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Posts Tagged ‘lezione’

duncecapDell’arrampicata, ovviamente.
Ricordo epistolare d’un progetto meritevole di plauso elaborato da climber forse ancora poco maestri, ma di certo non ancora ammaestrati.
Ed applauso infine fu.
Oggi, nel tenermi a debita distanza dall’evangelizzazione e dall’apostolato, rileggendo queste poche righe l’applauso me lo faccio anche da solo. Clap clap.

Lezione

Anche se la montagna che ho scalato
s’è dimostrata in verità un cappello d’asino,
è stato soltanto vincendo la sua cima
che quella consapevolezza mi ha raggiunto.

(Bill Knott, tratta da PoemHunter. Traduzione mia)

21 novembre 2011

Per la lezione io imposterei un discorso introduttivo di questo tipo.

Fino ad ora vi sono stati forniti degli elementi di tecnica/sicurezza che sono fondamentali per la pratica di questa attività.
Stasera approfondiamo un elemento che a suo modo è egualmente importante: ed è il motivo stesso per cui la pratichiamo; la molla che forse vi ha spinti ad iscrivervi, oppure quella che vi spingerà a continuare.
In realtà ognuno ne ha uno proprio di motivo, personale, legittimo, che conserva più o meno inconsapevolmente dentro di sè e che esprimerà diversamente nel corso della propria esperienza, praticando l’arrampicata nelle sue varie forme e con diversa costanza o intensità a seconda dei propri gusti, della propria cultura, della propria emotività. Perciò noi non possiamo, nè vogliamo, fornirvene uno preconfezionato. Possiamo invece raccontarvi i motivi che hanno avuto quelli che prima di noi sono venuti e che hanno contribuito ad inventare (o meglio, visto che ben poco d’inventato c’è: che hanno portato, nel corso di un processo storico, alla nascita di) questa attività.
La somma delle loro motivazioni determina la passione che è il filo conduttore di questa storia, e che lega gli alpinisti eroici degli anni ’30 all’ultimo atleta moderno della verticale, Tita Piaz ad Adam Ondra, passando per il free climbing ed il Nuovo Mattino fino all’epoca dell’artifizio e dello scavato, alle competizioni, ai ‘raduni di comunità’ e forse – chi lo sa – alle Olimpiadi, sempre alla ricerca affannosa e spesso confusa, ma comunque trascinante, di nuove forme pratiche e concezioni filosofiche di libertà (conquista eroica della vetta -> gioco, attività ludica guidata da bellezza estetica e difficoltà -> sostanziale omologazione consumistica).
Questa passione noi vi racconteremo sinteticamente nel tentativo d’infondervene un poco, nella speranza che v’affascini, e affinchè vi guidi quale sacro fuoco nel vostro spingervi da una roccia o da una cima all’altra con la maggior consapevolezza possibile di quel che si sta facendo, e di conseguenza con la maggior possibile soddisfazione.

Quindi, in sostanza:
1) arrampicata come evoluzione sociale e storica di una passione (che si evolve assieme ai processi economici, storici e sociali);
2) legame storico alpinismo-arrampicata;
3) esempi (Manolo/Berhault/Edlinger mezzi alpinisti e mezzi arrampicatori, vissuti nel periodo di transizione ed artefici della stessa) proposti con aiuti testuali e video.

Scusa le banalità e il solito tentato afflato poetico. Ogni proposta è bene accetta e ne parliam mercoledì.
Ciao

N.B.: questo post fintamente nostalgico è solo uno stupido trucco per poter riavere indietro dall’amico un libro meraviglioso sfruttato per l’occasione. 🙂

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